Ho recentemente avuto occasione di partecipare ad una serata sul Pinot Nero che, come sapete, è uno dei vitigni più importanti al mondo.

Vitigno internazionale, difficile da coltivare per il suo squilibrio di maturazione, ma di grandi risultati se piantato su terreni a lui congeniali. Predilige climi freschi e questo spiega come si sia ben adattato qui in Italia nelle zone montane della Val d’Aosta e del Trentino Alto Adige. Vi sono molti cloni che danno origine a vini anche molto diversi fra loro, a volte scarichi di colore e di medio corpo, altre volte più carichi di colore e di maggior corpo. Risulta essere un vitigno molto versatile dal momento che si presta molto bene alla vinificazione in bianco per la produzione di ottime cuvée di metodo classico. A questo proposito giova ricordare che è uno dei vitigni che entrano in assemblaggio, o anche in purezza, nello Champagne.

La serata si è svolta nella sede della delegazione ONAV di Asti ed è stata condotta con la consueta competenza da Gian Piero Gerbi, enologo, figlio d’arte.

I Vini in Degustazione sono stati i seguenti:

  • Castello di Neive Metodo Classico: 100% Pinot Nero, 2013, 40 mesi sui lieviti. Il primo impianto risale al 1857. Perlage fine e persistente, impatto di prodotti da forno come crosta di pane e brioche, seguito da mela renetta e da una leggera nota di nocciola, fresco vivo nonostante gli anni, cremoso sul palato dove ritroviamo la stessa sfumatura di nocciola.
  • Blauburgunder 2017 di Tiefenbrunner: colore scarico, tipico, impatto olfattivo caratterizzato da leggera affumicatura, seguito dai tipici frutti rossi, fresco, di medio corpo, con acidità contenuta.
  • Langhe Pinot nero 2017 di Gianluca Colombo di Roddi: colore scarico,impatto leggermente affumicato con piccoli frutti rossi, di medio corpo, fresco vivo, con leggera nota erbacea. Abbastanza simile al precedente.
  • Pinot Nero di Bulgaria riserva 2015: diverso dai precedenti, colore carico, anche qui un impatto leggermente affumicato, fruttato, corpo pieno con tannini setosi.
  • Dalla Borgogna un Cote d’Or di Louis Latour, Chambolle Musygny 1er Cru: colore abbastanza scarico, impatto di perfetto equilibrio, nota affumicata appena accennata con piccoli frutti rossi, sul palato riporta fedelmente le stesse sensazioni dell’olfatto con ottimo corpo e piacevole eleganza.

In definitiva, abbiamo scoperto come questo grande vitigno sia adattabile alle diverse regioni del mondo dando ovunque ottimi prodotti ed abbiamo avuto conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della supremazia della Borgogna.